


«Una Coca Cola è sempre una Coca Cola e non c'è quantità di denaro che possa farti comprare una Coca Cola più buona di quella che l'ultimo dei poveracci si sta bevendo sul marciapiede sotto casa tua. Tutte le Coca Cola sono sempre
uguali e tutte le Coca Cola sono buone.
Lo sa Liz Taylor, lo sa il Presidente degli Stati Uniti,
lo sa il barbone e lo sai anche tu»

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Andy Warhol dipinse l’immagine iconica della Coca-Cola per la prima volta negli anni Sessanta, quando creò tele a grandezza d’uomo della bottiglia di vetro. Warhol ancora non era un artista celebre e quelle furono alcune delle sue prime immagini ispirate alla pop-art. Da circa dieci anni lavorava come grafico pubblicitario a Madison Avenue e creava sfondi per vetrine e illustrazioni a corredo degli articoli pubblicati su riviste femminili come l’Harper’s Bazaar. Warhol, però, voleva sfondare nel mondo degli “artisti veri”. Sognava di poter esporre le sue opere nelle gallerie d’arte di New York. Naturalmente, quando decise di passare dalle illustrazioni ai dipinti a olio, si ispirò a oggetti che facevano parte della sua quotidianità: prodotti di largo consumo come la Coca-Cola, che beveva di frequente, e la zuppa Campbell, che mangiava a pranzo tutti i giorni.Dieci anni dopo aver scelto per la prima volta la bottiglia Coca-Cola come musa ispiratrice, parlò apertamente della democraticità della Coca-Cola nel suo iconico libro di riflessioni “La filosofia di Andy Warhol, da A a B e viceversa”

Pittore, grafico e regista, Andy Warhol fu un artista a tutto tondo, nonché il più grande fautore del concetto della riproducibilità e della commercializzazione dell'opera d’arte. Nato a Pittsburgh, in Pennsylvania, il 6 agosto 1928, Andy Warhol fu uno dei più importanti esponenti della Pop Art, nonché uno degli artisti più celebri del XX secolo. Figlio di due immigrati slovacchi di etnia Rutena, Ondrej Varchola e Júlia Justína Zavacká, Andy Warhol studiò al Carnegie Institute of Technology dal 1945 al 1949, anno in cui si trasferì a New York. La Grande Mela offrì subito all’artista diverse opportunità di lavoro: Warhol iniziò a lavorare ben presto come grafico pubblicitariopresso diverse riviste, tra le quali ricordiamo Vogue, Glamour e Harper's Bazar, ottenendo subito numerosi consensi. Dopo le prime mostre risalenti agli anni Cinquanta, l’eclettico artista iniziò a realizzare le prime serigrafie intorno al 1962, scegliendo come soggetto per le sue opere i personaggi dei fumetti, i prodotti commerciali e le icone simbolo del suo tempo. Da Superman, a Popeye, passando per le bottiglie di Coca Cola e le lattine di zuppa, le immagini scelte da Warhol erano attinte dalla cultura di massa americana e poi elaborate in serie, in modo da portare alle estreme conseguenze il concetto di un’arte che doveva essere consumata, esattamente come tutti i prodotti commerciali. Desideroso di dedicarsi ad un progetto più ampio, nel 1962 Andy Warhol fondò la Factory, uno studio in cui i collaboratori dell’iniziatore della pop art producevano le serigrafie, ma anche un punto di ritrovo per artisti e superstar. È in questi anni che prende vita Marylin, la più famosa opera di Andy Warhol. Nel 1967, l’artista realizzò infatti 10 serigrafie su carta raffiguranti il volto della diva americana. Queste entrarono a far parte di una collezione più ampia, iniziata qualche anno prima, in cui Warhol ritratte diversi personaggi famosi dell’epoca, tra cui ricordiamo Mao Tse-Tung e Che Guevara.
Il genio di Andy Warhol non si fermò solo alla pittura, ma invase diversi settori dell’arte. Dal mondo del cinema – campo, questo, in cui riuscì a tirar fuori gli aspetti più trasgressivi della sua arte, raccontando di droga, prostituzione e omosessualità – a quello dell’editoria e del giornalismo, affacciandosi anche nell’universo della musica in cui divenne finanziatore del primo disco dei Velvet Underground. Nel 1980 divenne produttore della Andy Warhol's TV, una televisione da lui fondata. Dopo aver riportato gravi ferite da arma da fuoco per mano della folle femminista Valerie Solanas, unico membro della S.C.U.M. (Society for Cutting Up Men), che il 3 giugno 1968 sparò a Warhol e al suo compagno di allora, Mario Amaya, l’eclettico artista decise di ridurre lentamente la sua presenza sulla scena pubblica. Il 22 febbraio 1987 a New York, durante una semplice operazione chirurgica alla cistifellea, Andy Wharol morì; i funerali si svolsero a Pittsburgh.


Il primo prototipo nacque nel 1915 e fu anche il primo brand a comparire sulla copertina del Time. L’abilità di chi ne orchestrò le campagne pubblicitarie si vide quando una bevanda a base di zucchero e caffeina si consacrò al mondo intero come icona pop. Fin dal suo debutto sui mercati, la Coca Cola deve gran parte del suo successo all’inconfondibile design delle bottiglie, su cui si esercitarono le matite di artisti come Andy Warhol e gli obiettivi fotografici di Walker Evans e William Christenberry. Le loro opere, insieme a illustrazioni e reperti storici col marchio della multinazionale, sono radunate fino al 4 ottobre all’High Museum of Art di Atlanta nella mostra "The Coca-Cola bottle, An American Icon at 100" per festeggiare 100 anni dalla nascita di Coca Cola e raccontarne l’impatto secolare sulla società americana. Nel 1915, Coca Cola aveva chiesto ad alcune aziende di sviluppare un nuovo packaging: "Una bottiglia che una persona potrebbe riconoscere anche toccandola al buio, e di una forma tale che, anche in caso di rottura, una persona possa dire a colpo sicura cosa era", l'indicazione di massima che la casa madre fornì. Ad accogliere l'appello, tra gli "invitati" c'era pure la Root Glass Company. Il progettista delle bottiglie Earl R. Dean e il revisore Clyde Edwards si recarono alla biblioteca locale per trovare un'idea. Partirono dai disegni di quelli che credevano fossero gli ingredienti della bevanda: foglia di coca e noce di cola. Alla fine inciamparono sull'illustrazione di una fava di cacao e ne fecero il loro soggetto s'ispirazione. Dal bulbo del cacao e dalle sue scalanature verticali prese le mosse il disegno originale. Emblema per eccellenza della globalizzazione per la sua presenza in ogni angolo di mondo, dalle alture del Chiapas fino al deserto del Sudan, la Coca Cola è stata spesso oggetto di campagne di "boicottaggio" da parte di no global o di chi ne critica l'operatività nei Paesi in via di sviluppo. Tuttavia il suo campo d'azione non si è mai limitato esclusivamente all'area commerciale. Il marchio ha fatto da magnete anche per quegli artisti neo-dada, come Andy Warhol, che scelsero di intervenire direttamente nella sfera dei consumi e sdoganarono l'arte di massa, come aristocratici decaduti che si mettono alla pari del cittadino-consumatore metropolitano. La stessa "democrazia" che Coca Cola propagandava in tv trasmettendo il Presidente e Liz Taylor che bevevano Coca Cola allo stesso modo dell'operaio o dell'anonima ragazza sul bus.











