



OREXYS

STEP 1
Si comincia con l’intrecciare un pezzo di filo di alluminio, così da ottenere la struttura portante dello scheletro. Successivamente incastreremo ad una estremità del filo, la testa fatta con della carta di alluminio appallottolata. La stessa cosa viene fata lungo tutto il corpo e le arti, comprese le braccia e le gambe.

STEP 2
Una volta che tutto il filo di alluminio è ben coperto dalla carta, lasciando sempre le giunture che serviranno per il movimento in un secondo momento, iniziamo a ricoprire il tutto con della plastilina essiccabile. Dovremo aspettare la completa essiccazione delle varie parti, prima di applicare altra plastilina per aggiustare i volumi. Questa tecnica richiede un paio di giorni di lavorazione, anche se è possibile forzare l’essiccazione con un asciugacapelli o addirittura un forno.

STEP 3
Una volta essiccata la plastilina, potremo procedere alla fase di modellazione, aggiungendo a poco a poco la pasta definendo così i dettagli. Non importa essere troppo precisi, perché il burattino verrà successivamente rivestito con della stoffa e dipinto con i colori a tempera. Terminata la testa ci serviremo di un filo da cucito nero per la realizzazione dei capelli, e dell’altra plastilina, possibilmente nera, per curare i dettagli degli occhi e della bocca.

STEP 4
Con l’aiuto di una colla vinilica andremo ad applicare gli orecchini, semplici strass di bigiotteria, e tutti i particolari utilizzati per adornare il vestito. Quest’ultimo è stato realizzato con la stoffa utilizzata per contenere dei semplici confetti e adornato successivamente con strass adesivi. Infine coloreremo a tempera il nostro burattino delineando ancora di più i particolari.
FASE DI REALIZZAZIONE
Un burattino che potremo toccare tranquillamente durante l’animazione senza correre il problema di lasciare impronte, è quello realizzato in pasta essiccabile all’aria. Con “pasta essiccabile” si intende quella sorta di pasta modellabile simile alla creta o alla terracotta rossa. In alternativa è possibile utilizzare anche della resina bicomponente. La fase di realizzazione di un personaggio è uguale a quella utilizzata per la claymation, cambieranno solo le fasi finali che dovranno essere adeguate al materiale prescelto. Per spiegare meglio la fase di lavorazione prenderò in esame il personaggio di una ballerina che io stesso ho realizzato per un cortometraggio dal titolo “Orexys”. Ho sperimentato la tecnica del burattino con pasta essiccabile all’aria ma nello stesso tempo ho sperimentato un qualcosa del tutto innovativo, “la carta di alluminio” che devo dire mi ha portato dei buoni risultati
​
OREXYS parola greca che significa “appetito”, narra la storia di un piccolo carillon, dimora di una piccola ballerina in carne dal volto grottesco e felice, che si muove insistentemente sullo schermo attraverso una musica melodica che inquete timore. Dalidà, il nome della bambina, è felice ma insoddisfatta, voleva diventare un qualcosa che per un giocattolo è impossibile essere, una ballerina, libera di ballare sul palco , così la piccola Dalidà immagina di essere viva , e prese le sembianze di una vera ballerina inizia a ballare insistentemente sul palco. Tutto sembra tranquillo quando una voce extradiegetica, la sua parte interiore, meglio nota come la sua coscienza, comincia a deridere di lei, facendole capire che sta commettendo un enorme sbaglio, e che è meglio per lei che ritorna ad essere quel piccolo carillon, ma Dalidà ignora queste parole e continua a ballare senza accorgersi che si sta trasformando. Allora la sua coscienza, ignorata più volte, decide di stare al gioco di Dalidà, assecondandola, facendole capire che per essere apprezzata sempre di più, deve essere più magra, così inizia ad abusare del proprio corpo assumendo sostanze ed evitando di mangiare. Il palco prende il sopravvento su di lei, forti crisi invadono il suo corpicino, non ha più le forze, così la piccola ballerina comincia a trasformarsi sempre di più diventando un vero e proprio mostro fatto solo di costole. Mentre il teatro comincia a perdere la sua forma, un grosso tendone comincia ad innalzarsi preceduto dal mostro che è diventata che sorregge l’anima ormai esile e senza forze della piccola. “Ecco il tuo teatro”, afferma la sua coscienza, un vero e proprio circo. Non era quello che Dalidà immaginava, ma la vita non è semplice, e sorpresa da una lacrima che le solca il volto la piccola ballerina scompare. Dalidà, si rassegna e ritorna ad essere un giocattolo, ritorna a quel piccolo carillon, indifeso, libero di ruotare su se stesso senza andare incontro ai numerosi problemi che la vita le pone davanti.
