top of page

 

Che cos’è la Stop-Motion

Capita molto spesso che da bambini ci si ritrovi a vivere e a parlare con oggetti, animali o addirittura amici immaginari. L’uomo a volte si convince di poter affrontare la solitudine creando uno stereotipo dell'amico immaginario, come un’ombra, una bambola o un burattino con la consapevolezza che esso sia reale. Questo effettivamente è una cosa impossibile, altro non è che il frutto della nostra immaginazione, che ci porta a rintanarsi nel lato più misterioso e oscuro che le persone normali generalmente cercano di evitare e che tendono a identificare come inquietante. E se questi misteri, queste ombre, queste paure un giorno prendessero vita? Si approderebbe in un'altra dimensione, in un mondo nuovo fatto di piccole creature, realizzate attraverso dei materiali malleabili, che prendono vita grazie a una macchina fotografica. Questa è la stop-motion, la parte più nascosta dell’animazione, diversa dai classici cartoni animati per bambini e dalle storie tranquillizzanti delle famigliole felici. Una tecnica che da espressione di paura e rifiuto dell’altro, e in un certo senso anche della Vita, e che ci trasporta in un mondo gotico e macabro fatto di essere mostruosi. Basterebbe non lasciarsi ingannare da queste piccolezze e cercare di lasciarsi trasportare dalla magia della stop-motion che come per incanto riesce ad animare tutto ciò che si vuole, facendoci scoprire un mondo affascinante, coinvolgente e meraviglioso attraverso l’illusione del movimento che, nasce dalla riproduzione di una serie di frame superiore a 10-12 fotogrammi al secondo, una specie di concepimento, così come si dice a proposito dell'avere dei figli, che può partire anche da un'animazione molto grezza, creata con materiali di recupero, ma che permette di avere in tempi brevi un'idea di quale sarà il risultato finale. Per fare in modo che il lavoro sia destinato al cinema è necessario scattare 24 fotogrammi al secondo, se al contrario interessa la televisione, occorre scattarne 25 e così facendo si può parlare di “animazione passo a uno”. Inoltre è possibile lavorare catturando due fotogrammi uguali alla volta sempre alla velocità di 24 o 25 fotogrammi al secondo, in questo caso si parlerà di “animazione passo a due”. I fotogrammi ottenuti da uno scatto e l’altro, vengono impressi attraverso una fotocamera, e tale scatto corrisponde a un minimo movimento del soggetto inquadrato che, rivisto alla giusta velocità, sembrerà prendere vita. Per creare un intero film, questo processo è molto più complicato e richiede tempo, richiede decine di migliaia di piccoli movimenti ripetitivi e diverse scenografie. Con l’invenzione del fenachistoscopio da parte del fisico Joseph Plateau, si sospettava già che un oggetto sarebbe riuscito a dare l’illusione di movimento attraverso una sequenza di immagini, e che con la scoperta della fotografia potesse prendere vita. Questo procedimento, utile allo sviluppo della tecnica cinematografica, ha contribuito a dare il benvenuto alla tecnica gloriosa ed eccentrica della stop-motion.

 

bottom of page